Volete andare in Giappone ma non avete passato gli ultimi 4 anni a cimentarvi con lo studio della lingua giapponese? Beh, c’è un rimedio: arrivare preparati, almeno sulle cose essenziali. Sapere cosa si troverà permette di comprendere come muoversi e cosa scegliere anche non conoscendo la lingua. Spero che questa guida introduttiva, dedicata a chi va per la prima volta in Giappone, possa aiutare a superare le iniziali difficoltà.

Prima di toccar terra e le norme di ingresso

Quando andate in Giappone arriverete probabilmente a uno dei due aeroporti internazionali di Tokyo, Narita o Haneda. Sono due strutture da cui transita un gran numero di viaggiatori, per esempio nel 2015 Haneda ha avuto 13 milioni di passeggeri internazionali mentre Narita ne ha avuti 28 milioni. Nonostante si tratti dunque di due enormi aeroporti, è piuttosto facile arrivare all’uscita. Una volta scesi dall’aereo non potete fare altro che superare i controlli del passaporto e della dogana. Questa è la parte meno entusiasmante del viaggio.
In aereo vi daranno due moduli, uno per l’immigrazione e uno per la dogana. Portatevi una penna e compilateli entrambi fin tanto che siete a bordo, così potrete uscire presto.
Il modulo dell’immigrazione va invece al controllo del passaporto, dovrete riportare, oltre al nome e il numero di volo, uno dei vostri indirizzi in Giappone, che sia un albergo o altra struttura. Vi sarà rilasciato il visto turistico a vista, per cui non occorre procurarselo prima di partire. Essere in possesso del biglietto di ritorno è un requisito per ottenere il visto turistico. Non dite mai, se vi facessero delle domande, che avete intenzione di lavorare o cercare lavoro in Giappone perché il visto turistico non consente attività remunerata e l’immigrazione è particolarmente attenta a tenere fuori dal Giappone chi arriva per motivi economici. Il visto turistico ha una durata di 90 giorni, dopo di che dovete uscire dal Giappone. Non superate mai i giorni di permanenza permessi dal visto, è un crimine molto grave in Giappone. Se per forza maggiore, per esempio motivi di salute, non potete lasciare il paese prima dei 90 giorni, è molto importante informare le autorità giapponesi.

Sul modulo della dogana troverete domande in merito a quanti soldi portate con voi. In linea di massima non importa se ne avete pochi, alla dogana non interessa sapere come vivrete in Giappone, se intendete prelevarli in seguito o no. Delle vostre intenzioni in Giappone se ne occupa l’immigrazione, che tuttavia quasi sempre si limita al controllo del passaporto e non indaga sulle vostre risorse.
Alla dogana invece interessa in particolare se portate molti soldi, se il valore dei vostri contanti supera 1 milione di yen (circa 7600 euro), vanno dichiarati, lo stesso vale se portate quantitativi sensibili di alcune merci come tabacco (più di 500g, 400 sigarette o 100 sigari), alcool (più di tre bottiglie da 760 millilitri ciascuna) o profumo (più di 30 centilitri), altri regali per un valore commerciale superiore a 200.000 yen. Ci sono anche delle norme specifiche che regolamentano e limitano l’accesso a prodotti alimentari, piante ed animali, in particolare latticini e cibi freschi necessitano di certificazioni sanitarie. In genere è quindi sconsigliabile portare in Giappone, magari come regalo per amici, prodotti che considerate innocui, come formaggi o salumi tipici della vostra regione.

Valore al tuo denaro

Una volta recuperato il bagaglio e passata la dogana arrivate nell’atrio degli arrivi. La prima cosa che bisogna preoccuparsi di avere è il denaro contante, perché in Giappone il contante regna sovrano, dai ristoranti ai distributori automatici, si ha molto spesso bisogno di soldi contanti per cavarsela.

Il suggerimento più semplice e sicuro che posso dare è quello di utilizzare uno Bancomat / ATM internazionale, abilitati al prelievo su circuiti bancari internazionali e dotati di un menù in inglese. L’aeroporto ne ha in abbondanza e sono ben evidenziati. Nelle città li trovate nei negozi della catena 7-11, che sono praticamente ovunque in Giappone, sono bancomat disponibili 24 ore su 24 per cui non dovresti avere problemi. Quando si usa un bancomat, probabilmente sarà necessario pagare una commissione sul prelievo. Viene addebitata dalla tua banca e non dal bancomat, a volte è di 5 euro ma può cambiare da banca a banca, consiglio quindi di informarsi presso la propria banca in merito a questi costi. Il tasso di cambio in genere è del 2,5% superiore al valore medio di cambio, quindi se dovessi prelevare l’equivalente di 1.000 euro, mi aspetterei di pagare 5 euro per la commissione e perdere 25 euro rispetto al cambio medio del giorno, per cui considero che se prelevo 1.000 euro dal bancomat in Giappone mi costa circa il 3% del valore.

Ci sono numerosi sportelli di agenzie cambiavalue sia ad Haneda che a  a Narita.

Cambiare presso gli sportelli cambiavalute purtroppo spesso non è molto conveniente, in genere non applicano commissioni ma applicano una differenza maggiore sul tasso di cambio rispetto a quella attuale. In genere non sarebbe il caso di pagare più del 3% del valore della cifra che si cambia, per cui è opportuno conoscere il valore di tasso di cambio del giorno. Conoscendo questo è possibile fare una valutazione di quanto i cambiavalute si discostino dal tasso di cambio.

Per esempio se il cambio del giorno è 1 euro = 135 yen e il cambiavalute propone un cambio a 127 yen, vuol dire che si sta ritagliando una commissione di 8 yen per ogni euro che cambiate. A volte la differenza è ancora maggiore, oltre i 10 o i 12 yen per ogni euro. Ma restiamo sull’esempio di una differenza di 8 yen sul tasso di cambio.

Quindi se dovessi cambiare l’equivalente di 1.000 euro da un cambiavalute, otterrei 127.000 yen invece di 135.000 che teoricamente potrei ottenere al cambio del giorno (teoricamente perché anche il miglior cambio non sarà mai senza una piccola commissione), quindi una differenza di 8.000 yen. Oppure, per vederla in altra maniera, per avere 135.000 yen, cifra che mi aspetterei secondo il tasso di cambio del giorno, usando il tasso di cambio a 128 yen di un cambiavalute, dovrei pagare 1.054,69 euro invece dei 1.000. Sono più di 50 euro di differenza. Ecco perché i 5 euro di commissione sul prelievo al bancomat più i 25 euro del tasso di cambio della banca sono un costo inferiore rispetto ai 54 euro degli sportelli cambiavalute, sempre stimando, si intenda, che si cambino 1.000 euro e che la vostra banca non sia avida quanto i cambiavalute, cosa probabile.

Va però detto che non sempre si riesce a prelevare contanti dai bancomat giapponesi, ho esperienza diretta di alcuni viaggiatori che hanno riscontrato problemi con alcuni bancomat in Giappone. A volte la transazione viene rifiutata, anche se quando è capitato, si trattava di bancomat che esponevano chiaramente i loghi dei circuiti bancari accettati. Se un bancomat vi rifiuta il prelievo, vi suggerisco di cambiare esercizio, per esempio se non avete successo al 7-11, andate alle poste, dove ci sono i bancomat nell’ingresso di tutti gli uffici postali (ma sono disponibili solo in ore di ufficio). Se alle poste non avete successo, provate nei centri commerciali AEON dove troverete moderni sportelli ATM, negli atri o nei i corridoi del negozi.

A volte uno dei motivi di mancato successo, è dovuto alla vostra banca che ha automaticamente imposto dei limiti sul prelievo all’estero, per evitare frodi. Per cui prima di partire assicuratevi con la vostra banca che le vostre tessere siano abilitate al prelievo all’estero e fate anche sapere che sarete in viaggio, così che sappiano che arriveranno alla banca richieste di operazioni dall’estero, di modo che non si allarmino pensando a una qualche frode. Approfittate anche per informarvi in merito ad eventuali limitazioni sugli importi prelevabili attraverso i bancomat internazionali e al tasso di cambio applicato dalla vostra banca.

E’ possibile prelevare contanti anche con la carta di credito, se è abilitata, tuttavia così facendo pagherete immediatamente gli interessi. E’ più conveniente usare la carta di credito per pagare in ristoranti e negozi, dove è accettata. Il tasso di cambio sarà probabilmente simile a quello bancario, ovvero tasso di cambio giornaliero più il 2,5%, non pagherete commissioni sul prelievo e pagherete gli importi il mese successivo.

Tenete presente che i bancomat della catena 7-11 hanno un limite di prelievo giornaliero di 100.000 yen, e come questi anche altri bancomat possono avere dei limiti, per cui abbiate cura di avere a disposizione abbastanza contante.

Non posso vivere senza Wi-Fi

Finchè vi troverete all’interno dell’aeroporto potrete usare la connessione libera disponibile.

In città troverete numerose reti Wi-Fi libere ed accessibili, lungo la rete ferroviaria, nei negozi e in altri luoghi, ma non contate su queste connessioni per navigare, non sono particolarmente veloci. Spesso occorre una successiva registrazione, una volta va bene ma ne occorre una ogni volta che ci si sposta, come normalmente si fa quando si è in viaggio. Oppure le connessioni libere hanno una limitazione in termini di tempo, per esempio 30 minuti, non di rado sono disponibili solo nelle stazioni e non sui treni, per cui l’unica possibilità per connettersi è quando il treno fa una fermata. Ma le fermate sono così brevi che, il tempo di connettersi, il treno riparte, e si viene disconnessi.

Il proprio telefono può essere un’ancora di salvezza in molte circostanze, per cui consiglio di noleggiare un Wi-Fi portatile, da tenere in tasca.

Personalmente preferisco il Wi-Fi tascabile e non la sim perché è molto facile da usare, non ha problemi di compatibilità, e ancora più importante, puoi condividere l’accesso con i compagni di viaggio. Con molti provider Wi-Fi tascabili, puoi prelevare il dispositivo dall’aeroporto o farlo spedire al tuo alloggio. Per la restituzione, puoi spedirla via posta (gratuitamente mediante busta già fornita) o lasciarla in aeroporto.

Va notato che con quasi qualunque servizio Wi-Fi i “dati illimitati” non sono davvero illimitati. A seconda del piano, questo potrebbe significare un massimo di 5 GB al giorno, o potrebbe anche essere meno. Dopo che si ha esaurito il massimo di GB, si può continuare a navigare, ma la velocità viene limitata, tanto che può essere difficile anche usare Google Maps.

Un tempo servizi igenici, oggi elettrodomestici

In Giappone quasi tutti i servizi igenici sono gratuiti, alcuni sono nuovi, moderni e puliti, con washlet incorporato nel sedile, altri sono appena accettabili. Si trovano anche  molti gabinetti alla turca, ma in gran parte ormai sono all’occidentale. Dipende molto da posto dove vi trovate. La carta igienica va gettata nel water. Il pulsante per tirare lo sciacquone può assumere varie forme e posizioni, e spesso permette di versare un volume ridotto di acqua. A volte c’è un piccolo rubinetto sopra lo sciacquone, che entra in funzione quando si tira l’acqua, permette di lavarsi le mani. I washlet, i sedili elettronici per il water che fungono da bidet, sono dotati di poche o molte opzioni a seconda del modello, i più nuovi sono dotati di varie funzioni, tra cui ad esempio quello di emettere un suono per coprire i rumori molesti, i cattivi odori, controllo temperatura del sedile e cose simili, i più semplici hanno giusto le funzioni relative al controllo dello spruzzo d’acqua. Provateli tutti, ogni trono vi darà un certo potere.

Ora pensiamo a bere e mangiare

Gli onnipresenti distributori automatici di bibite danno la garanzia che in Giappone non si possa morire di sete. Certo si può rimanere un po’ interdetti in merito alle bevande esposte, la scelta varia da distributore a distributore, si va da comunissima acqua a bibite un po’ inusuali. In genere c’è sempre qualcosa per tutti i gusti.

Quando entrate in un locale in genere la prima cosa che vi chiedono, anche se non lo capite, è in quante persone siete. Appena entrati non appena l’attenzione è su di voi, fate un gesto con le dita per indicare quanti siete. Eventualmente in alcuni locali vi chiedono anche se preferite un tavolo per fumatori o non fumatori.

Dopo che vi fanno accomodare in genere vi portano l’acqua. Nei locali, nei ristoranti e tavole calde, l’acqua è sempre gratuita. In alcuni locali viene portata dal cameriere che si preoccupa anche di riempire il vostro bicchiere se lo vede vuoto. Se non volete più acqua, lasciate il bicchiede pieno.

In altri locali ci si serve da soli, presso un banco dotato di distributore di acaqua.

Molti locali, ma non tutti, hanno un pulsante sul tavolo per chiamare il camerirere quando su vuole ordinare, diversamente alzate la mano per richiamare l’attenzione. Quando avete finito e volete pagare, non serve ricordare il numero di tavolo, portate alla casa il biglietto con la vostra ordinazione, che il cameriere avrà lasciato sul tavolo.

Per le cose da mangiare, anche qui come per le bibite la scelta non manca, ma può essere più difficile comprendere i menù o la specialità di un locale. Se siete affamati e non avete voglia o tempo di cercare un ristorante, non rimarrete a stomaco vuoto I convenient store, meglio noti in Giappone come “combini”, come i negozi della catena 7-11, offrono una rispettabile scelta di cibi, tra cui alcuni pronti da scaldare presso il negozio, oppure liofilizzati (l’acqua bollente è disponibile nel negozo), pane in varie forme e fattezze, insalate, snack.

Una seconda opzione interessante per essere tranquilli in merito a come scegliere cosa mangiare, e spendere poco, è data dai Food Court dei centri commerciali, aree costituite da numerosi tavoli con posti a sedere e una discreta scelta di ristoranti che si affacciano con il bancone presso la sala. Ciascuno si siede dove preferisce e poi va a vedere cosa ordinare presso gli esercizi circostanti. Il tipo di cibo è facilmente comprensibile dalle foto esposte, o dai piatti che arrivano per altri clienti. Dopo aver ordinato, spesso viene dato al cliente un piccolo dispositivo che suona quando il nostro piatto è pronto da ritirare al banco. Spesso l’acqua è disponibile presso la sala. In questi centri commerciali molto spesso l’ultimo è dedicato ai ristoranti veri e propri, per cui c’è una scelta maggiore di quella che si trova presso il Food Court.

I ristoranti spesso espongono delle vetrine con riproduzioni dei piatti, per cui non è molto difficile capire cosa ordinare anche nei ristoranti che si trovano lungo la strada. Potete sempre indicare al cameriere i piatti che volete ordinare o farne una foto da mostrare.

Spesso, a ora di pranzo, vengono proposti dei set pronti che rendono più facile la scelta. Se si va in un ristorante che non espone i piatti finti, è comunque probabile che il menù abbia le foto. Alcuni ristoranti dispongono anche di menù in inglese. Per cui procurarsi da mangiare non dovrebbe essere fonte di grandissima preoccupazione anche se non conoscete il giapponese.

I luoghi dove probabilmente un turista si troverebbe in difficoltà ad ordinare sono quelli che non dispongono di alcun menù in inglese e non hanno alcuna foto o riproduzione dei cibi. Questi posti in genere sono in numero inferiore rispetto a tutti gli altri, e si dividono grossomodo in due tipologie. Piccoli ristorantini o tavole calde a gestione familiare , dove il proprietario probabilmente non conosce l’inglese e ha sempre avuto la propria clientela locale che ben conosce cosa ordinare. Oppure si possono trovare dei ristoranti che potrebbero realizzare facilmente menù con foto e riproduzioni dei piatti, ma non lo fanno per scelta, per questione di stile. Si propongono con l’immagine di ristoranti tradizionali giapponesi, con il menù particolarmente oscuri, non di rado scritti in caratteri corsivi con il pennello, sempre per questione di stile, dove perfino le cifre dei prezzi sono scritte in ideogrammi.

In questi locali è difficile capire cosa si mangia e cosa ordinare, ma se proprio uno ci capita, con un po’ di buona volontà alla fine arriva a farsi portare qualcosa sul tavolo. In questi casi e quando in genere, pur guardando le foto, non si sa cosa ordinare, la parola magica da dire è “osusume” che vuol dire che vi affidate al ristoratore perché vi porti quello che suggerisce, che può essere il piatto del giorno, o la specialità della casa o il piatto più popolare.

Per concludere

Spero che queste indicazioni di base possano essere un valido contributo per affrontare le difficoltà del primo giorno. Certe esperienze sono più facili da fare che da descrivere. Provando di persona si impara presto e il secondo giorno sarà sicuramente più facile del primo.

In copertina: Haneda Airport Terminal 1
By Alex Len [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], from Wikimedia Commons


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